PAGELLONE SQUADRE Vuelta a España – Prima parte
Le squadre sono state suddivise in tre macrogruppi in base alla prestazione avuta in questa Vuelta, sempre commisurata al livello e alle aspettative in partenza. In quest’articolo vengono giudicate soltanto le squadre ritenute top.
📈 Top:
UAE Team Emirates – XRG: VOTO 9,5
Il commento rimane simile a quello scritto al termine delle prime due settimane, non aggiungono vittorie alla collezione, che rimane un numero esorbitante. Sette vittorie non erano mai state raggiunte da nessuno alla Vuelta nel nuovo secolo. Almeida rende al suo livello o poco di più, mantiene le aspettative. È la squadra forse più dominante di sempre in molti aspetti, ma il rischio rimane sempre all’orizzonte: il dominio può diventare tirannia, da tirannia poi può morire, tutto può degenerare facilmente. Però, al momento, anche se si vedono delle piccole crepe, i risultati sono eccezionali. Il 10 non lo ottengono soltanto perché non vincono la classifica generale.
Team Visma | Lease a Bike: VOTO 9,5
Vingegaard ottiene il massimo: tre vittorie e la classifica generale; Kuss e Jorgenson in top 10. Questi risultati potrebbero motivare anche il 10, ma anche nella loro corsa ci sono delle piccole imperfezioni, per esempio momenti in cui sembrano subire la UAE. C’è da dire che, di fatto, Vingegaard corre con tre gregari anche per cause di forza maggiore; per il resto è autosufficiente da solo. Alla fine il danese non ha mai avuto bisogno del team e lascia Kuss e Jorgenson liberi di correre per il loro piazzamento. Da aggiungere, per quanto riguarda il danese, che non sembra al massimo della condizione ma ottimizza al massimo vincendo quando lo doveva fare. Questa versione della Visma appare nuova, potrebbe essere uno sviluppo futuro, un progetto in divenire.
Alpecin-Deceuninck: VOTO 8,5
Squadra interamente pensata e costruita a immagine e somiglianza di Philipsen, scelta giustissima. Il belga porta sempre a casa il bottino, in questo caso molto ricco di tre vittorie: solo Pogacar e Roglic, in attività, hanno vinto più tappe di lui nei grandi giri. Il loro treno si manifesta sempre puntuale e senza nessun problema, ben oliato e con ogni meccanismo posizionato al posto e al momento giusto.
Ineos Grenadiers: VOTO 8,5
Per la squadra britannica ormai i fasti di vittoria o di podio per quanto riguarda la classifica generale sembrano molto distanti, ma la loro Vuelta si conclude con tre vittorie con tre corridori diversi. Questo è un più che buon risultato, forse dovrebbe essere questo il loro futuro, fin quando non riusciranno a trovare un ciclista in grado di poter combattere per l’apice. Alla fine dipende sempre da che prospettiva si guarda: il ciclismo offre tante possibilità di poter esultare per qualcosa. Se per anni sono stati classifica-centrici, salvo poche eccezioni, ora magari almeno per un paio di anni possono cambiare la loro natura aspettando tempi e occasioni migliori.
Q36.5 Pro Cycling Team: VOTO 7,5
Il voto è specialmente per il podio di Tom Pidcock, questo è un risultato sorprendente per varie ragioni. La prima è che, anche se si conosceva il talento del britannico, si avevano vari dubbi per la classifica generale nei grandi giri, motivati dalle esperienze pregresse. Un’altra ragione è che un ProContinental team non metteva un corridore su un gradino del podio dal secondo posto di Sastre al Giro 2009. Anche solo per queste due ragioni il voto deve essere più che discreto. È una piccola pietra miliare di una storia che può iniziare da qui per un futuro brillante, o essere l’apogeo di una storia antiquaria che ricorderà per sempre questo momento.
Red Bull - BORA – hansgrohe: VOTO 7
Un quarto posto e un sesto posto finale con una vittoria di tappa sono risultati più che discreti, con l’aggiunta di essere sembrati la terza forza in campo. La perfezione sarebbe stata il podio e la maglia bianca vinta, risultati che erano rimasti possibili fino all’ultima tappa ma si sono rivelati poi, metro dopo metro, irraggiungibili. Anche se in bocca rimane un po’ di amaro per com’è finita, si devono guardare anche i tanti lati positivi che rimangono per il futuro, a partire da Pellizzari che sta mettendo le basi per diventare un capitano da podio per il futuro. Per loro si può dire che quest’anno è stato l’anno zero per poter diventare una squadra che possa lottare con le altre due.
Israel - Premier Tech: VOTO 7
Tralasciando questioni geopolitiche, valutando la loro corsa e specialmente l’ambiente in cui hanno corso, la loro Vuelta in termini sportivi è assolutamente positiva con vari piazzamenti di tappa e con un quinto posto finale e la maglia bianca conquistati da Riccitello. Non c’è da aggiungere altro, sperando soltanto in un futuro diverso in generale.
Lidl – Trek: VOTO 7
Pedersen porta a casa una tappa e la maglia verde: sono questi i risultati del team in questa Vuelta. Per il resto rimane quasi il reflusso per la gara di Ciccone, iniziata che sembrava un dolce buonissimo, proseguita con il dolce mal digerito e finita con la speranza di aver recuperato dall’indisposizione per il mondiale. Il loro punto di forza è sempre il clima di squadra: questo si vede quando tutti lavorano per l’unica vittoria di Pedersen. Non è il migliore loro grande giro, ma sicuramente discreto.
Groupama – FDJ: VOTO 6,5
Gaudu vince e indossa la maglia rossa nei primi giorni, poi completamente sparisce. Ottiene il massimo per le sue ormai attuali potenzialità e poi, a poco a poco, è come se non fosse al via. Più che buoni i piazzamenti dei giovani: Braz Alfonso, Rolland e Gruel. Da loro si deve costruire qualcosa almeno per quanto riguarda i piazzamenti o le vittorie di tappe. Steccano invece i più esperti: Molard, Küng e Cavagna. Guillaume Martin è invalutabile a seguito del prematuro ritiro. Di conseguenza si può sintetizzare la loro Vuelta con due facce e in mezzo, tra le due, la Vuelta di Gaudu: da una parte il bianco prospero futuro dei giovani, dall’altra il nero ormai solidificato e senza possibile crescita dei più esperti.
Pagellone squadre Vuelta a España – Seconda parte. In questo articolo si vedranno le squadre che possono essere considerate in una situazione intermedia, che ho denominato limbo, tra il paradiso e l’inferno. Una posizione in bilico, sia per alcune più vicina al paradiso, sia per altre più verso l’abisso.
Bahrain – Victorious: VOTO 6
La sufficienza viene raggiunta dalla più che ottima corsa di Torstein Træen, il norvegese è capace di indossare per svariati giorni la maglia rossa e una top ten in classifica generale finale. Da segnalare anche la più che ottima corsa del molto giovane Pickering, arrivato all’ultimo e capace di ottenere svariati piazzamenti. La delusione è del duo Tiberi-Buitrago, non capaci di arrivare vicino nemmeno a risultati discreti. Di conseguenza la squadra ottiene maggiormente da chi partiva con meno aspettative, forse un segnale per il futuro.
EF Education – EasyPost: VOTO 6
Portano una squadra giovane e con qualche ciclista esperto ormai in fase calante. Senza Carapaz le aspettative erano basse e vengono rispettate. Ottengono qualche piazzamento sparso, alcune top five, risultati che motivano la sufficienza. Più che altro è la loro scelta a monte che rende già in partenza la loro spedizione in terra spagnola un qualcosa che serve al futuro. Merita un commento per la carriera Chaves: il colombiano si era rivelato al mondo proprio nella corsa spagnola ormai più di dieci anni fa, ora però il tempo sembra aver logorato sempre di più l’ex fortissimo scalatore. In questa Vuelta, se non fosse stato per il ritiro anticipato, probabilmente non sarebbe mai nemmeno stato mostrato il suo nome.
Decathlon AG2R La Mondiale Team: VOTO 6
La sufficienza è risicata, ma c’è, motivata dalla top ten finale di Gall e dai vari piazzamenti di Armirail. La loro Vuelta è sintetizzabile dalla prestazione di Gall: mai brillante, ma sempre in lotta per sussistere.
Caja Rural-Seguros RGA: VOTO 6
La loro Vuelta è di tenacia, di lotta, di sofferenza. Non brillano, ma non demordono, e infine ottengono un tredicesimo e un quattordicesimo posto finale rispettivamente con Balderstone e Guardeño. Durante la corsa spagnola sono riusciti anche a ottenere alcuni piazzamenti di tappa. Però non va oltre la sufficienza il voto perché non riescono mai nemmeno a entrare nei cinque di tappa e, per aggiungere un dato, hanno corso 12 edizioni della Vuelta con una sola vittoria, ottenuta alla loro prima edizione.
Arkéa - B&B Hotels: VOTO 6
La loro Vuelta finisce con il ritiro di Raul Garcia Pierna, volto sicuramente più che positivo della prima settimana, capace di ottenere più che ottimi piazzamenti di tappa. Per il resto, la maglia a pois indossata nei primi giorni da Verre. Altro da segnalare non c’è. Le aspettative non erano così alte, quindi la media tra la prima settimana e le ultime due porta a una sufficienza scarsa. Il problema per loro, più che altro, è un futuro incerto dopo l’ennesimo strano comportamento del secondo sponsor.
Burgos-Burpellet-BH: VOTO 5,5
Più che altro la loro corsa è per salvarsi, per avere almeno un ciclista al traguardo di Madrid. Alla fine riescono nell’obiettivo e concludono la corsa in quattro. Tralasciando l’ironia, per quanto riguarda i veri risultati ottengono 0 top ten e un paio di top 15, raramente in fuga. La loro presenza è quasi superflua, ma questo si sapeva fin dall’inizio. Rimane inspiegabile l’esclusione della Kern Pharma.
Lotto: VOTO 5,5
Al via con una squadra abbastanza strana, agglomerata senza un’idea chiave: per alcuni la loro prima avventura in un grande giro (vedasi Segaert, ottimo passista e cronoman che riesce a ottenere un ottavo posto nella crono), dall’altra parte corridori alle ultime loro spedizioni (vedasi Sepúlveda e Viviani). Per quanto riguarda il velocista italiano, da segnalare il quarto posto all’avvio e un secondo posto in gara poi declassato, anche giustamente. Forse sarà il suo ultimo grande giro di una carriera ricca di soddisfazioni, di cui la parabola ormai appare troppo decrescente. Per quanto riguarda il team, la Vuelta sembra essere stata semplicemente un qualcosa in più al progetto, specialmente per come è stata affrontata senza particolari obiettivi. Il prossimo anno sarà sicuramente chiave per una compagine che ha una storia di successi.
Pagellone squadre Vuelta a España – Terza parte.
In quest’ultimo articolo si vedranno le squadre che possono essere considerate le delusioni, per svariati motivi, della Vuelta 2025.
📉 Flop:
Movistar Team: VOTO 5,5
Non voglio essere severo contro di loro come di solito succede perché, almeno in questo caso, si è visto qualcosa di ben augurante per il futuro. Per esempio, arrivano ben tre volte secondi di tappa con Aular, Romo e Castrillo. Sono anche sfortunati perché i loro due giovani più in forma, già citati poco sopra, sono costretti al ritiro a seguito di caduta, da menzionare specialmente quella di Romo causata dalla disorganizzazione della Vuelta. Il dato più negativo è che non vincono una tappa nella loro corsa di casa dal 2021, un’astinenza lunga per una squadra che ha vinto dal 2000 al 2021 ben 35 volte. Ma con la storia non si ottengono risultati, e per almeno tre anni sembra proprio che abbiano pensato fosse così. Solo quest’anno sembrano aver iniziato un progetto futuro.
Team Picnic PostNL: VOTO 5,5
Non è una grave insufficienza soltanto perché avevano schierato una squadra molto giovane, la cui punta di diamante Van Uden si è ritirato relativamente presto. È stata sicuramente una corsa per mettere esperienza per il futuro. Per quanto riguarda i risultati hanno ottenuto tre top ten, per il resto raramente nel vivo. Tuttavia, c’è da dire che per una compagine che ha vinto alla Vuelta in ben 23 occasioni e che vinceva ininterrottamente almeno una tappa dal 2020 non è sufficiente. Anche in generale è una squadra molto giovane, il problema è che a volte questo talento grezzo sembra gestito forse fin troppo in maniera rigida. Ma a volte ci si deve ricordare che il materiale ancora non stabilizzato ha bisogno di più malleabilità, di leggerezza per renderlo solido: se imprimi tanta forza rischi di romperlo.
Soudal Quick-Step: VOTO 5,5
Una corsa spagnola in tono minore, anche per scelta. Alla vigilia le speranze di vittorie erano lasciate a qualche fuga e a qualche occasione che poteva andare nella direzione giusta. Così non è stato e sono rimasti anche a correre solo in cinque. Ci provano e a volte ci arrivano vicini, vedasi il secondo posto di Landa. Da segnalare anche l’undicesimo posto di Lecerf in classifica generale, che non è sicuramente da buttare. Tutto ciò poteva anche portare a una sufficienza, ma la loro storia porta a una lieve insufficienza. Si deve sempre ricordare che in questo secolo hanno vinto ben 43 tappe alla Vuelta, nessuno meglio di loro.
Team Jayco AlUla: VOTO 5
Qualche piazzamento, vedasi la cronometro di O’Brien, il quinto posto in una tappa da fuga di Dunbar e il quarto posto in volata di Foldager. Eccetto questo, però, c’è ben poco. Anche se al via avevano sicuramente un organico capace di vincere una tappa, quello era l’obiettivo e non ci vanno neanche vicino. Per questo l’insufficienza. Per onestà di cronaca sono anche sfortunati, perché i due ciclisti con più credenziali, O’Connor e Harper, si ritirano prima del termine della seconda settimana, anche se non sembravano brillanti già dall’inizio. Il prossimo anno cambierà qualcosa all’interno del roster, un cambiamento che sicuramente serviva in una situazione che sembrava ormai stagnante.
XDS Astana Team: VOTO 4,5
Il giudizio rimane quello scritto al termine delle prime due settimane: non è cambiato quasi nulla, i risultati sono insufficienti anche e soprattutto per quello che si era ottenuto fino a maggio. Probabilmente hanno usato tutte le energie per cercare di ottenere il maggior numero di punti all’inizio della stagione e, a poco a poco, con il passare dei mesi la stanchezza ha reso le loro prestazioni maggiormente opache. Per loro è stato un anno neanche 0, ma ancora prima: il prossimo sarà quello iniziale di un progetto futuro.
Intermarché – Wanty: VOTO 4,5
Chiudono la stagione dei grandi giri come avevano iniziato: con 0 vittorie, mai nel vivo e nemmeno capaci di mostrare lo sponsor nelle fughe. Gli unici momenti da segnalare sono i piazzamenti in volata di Marit. La spiegazione migliore della loro corsa spagnola è rappresentata da Meintjes: il sudafricano, letteralmente mai visto e mostrato dalle telecamere, finisce la corsa in top 20 ma con un ritardo che supera i 45 minuti. Serve una rivoluzione o, come si mormora, probabilmente ci sarà una fusione con la Lotto. Piuttosto che un fallimento è meglio sicuramente cercare aiuto e collaborazione: anche se nel breve periodo è peggio, per il futuro è la scelta migliore.
Cofidis: VOTO 4
Non vincono una tappa in un grande giro dal Giro d’Italia 2024: solo questo credo possa bastare per la grave insufficienza. Ma per un’analisi migliore: il loro migliore risultato in questa Vuelta arriva alla prima tappa con un settimo posto di Coquard, da quel momento in poi si sono avvicinati soltanto in poche occasioni alla top ten. Per una squadra World Tour questi risultati sono gravi e non si vede neanche una via di fuga da questa situazione. Al momento, nell’organico per il prossimo anno, hanno veramente pochi corridori di livello per vincere qualcosa. Riusciranno a non vincere nessuna tappa in un grande giro anche il prossimo anno? In quel caso sarebbero 8 grandi giri consecutivi senza successi.
Cristian Bortoli