Entra in pista con i tuoi campioni!

Pro Cicling Fanta il nostro fantaciclismo

Regolamento

Gioca su tutte le corse!

Disponibili corse a tappe e corse singole!

Info

Se ami il ciclismo...

cosa stai aspettando?
Unisciti a noi!

Registrati

Pagellone Squadre Giro d'Italia 2025


Ecco i giudizi dopo la Corsa Rosa 2025

Pagelle 02/06/2025
Pagellone Squadre Giro d'Italia 2025
Le squadre sono state suddivise in tre macrogruppi in base alla prestazione avuta in questo Giro d’Italia sempre commisurata in base al livello e alle aspettative in partenza. 
 
📈 TOP:
 
🇺🇸 Lidl-Trek – 10:
La lode è saltata per avvenimenti esterni: la caduta di Ciccone ha tolto a questa corazzata equilibrata anche la possibilità di fare minimo una top ten in classifica generale. Per il resto è il Giro perfetto: quattro vittorie e maglia ciclamino per Pedersen, una vittoria sia per Hoole sia per Verona. Nessun componente della squadra ha deluso per motivi propri. Bisogna sottolineare anche il grande lavoro di Vacek per Pedersen. Si può dire che il loro Giro è stata una canzone con solo un momento drammatico a ricordarci sempre che la perfezione non è umana e nulla può andare sempre come pianificato. Si deve programmare, ma poi si deve saper cambiare all’ultimo istante tutto, se serve. Il loro Giro è un canzoniere che inizia con un grande amore, una fase intermedia di dolore (che dura ben poco), perché poco dopo ci si rilancia con ancor più consapevolezza della propria forza. Non è ancora mai stato cantato nulla del genere: si dovrebbe scriverlo ad hoc per la compagine americana.
________________________________________
 
🇳🇱 Team Visma | Lease a Bike – 9,5
Tre tappe e la vittoria finale giustificano in pieno il voto. Il dieci è saltato solo per le vittorie parziali, che potevano persino essere, sulla carta, molte di più. Ma quello che alla fine conta di più è come riescono a vincere il Giro d’Italia. In ordine crescente di valore meritano la menzione: le due vittorie di Kooij in volata dopo aver avuto difficoltà nella prima settimana; Van Aert, che dopo un inizio abbastanza faticoso, si è riscattato nella tappa degli sterrati di Siena e ha completato il suo Giro con un lavoro fondamentale per il proprio compagno Simon Yates, che giunge dal Sestriere a Roma sul trono regale. Dalle Alpi al Colosseo, dal crollo di sette anni fa al trionfo. Non si deve dimenticare anche lo sporco lavoro di Affini, fondamentale per Kooij, veramente fondamentale per il velocista olandese. Quindi il loro Giro simboleggia, in un crescendo, il riscatto da un qualcosa che si concretizza con l’apoteosi finale: il passato può finalmente essere sostituito da un presente quasi più bello di qualsiasi sogno possibile.
________________________________________
 
🇰🇿 XDS Astana Team – 9
Un giorno in maglia rosa con Ulissi e la maglia degli scalatori conquistata con Fortunato sono i risultati che giustificano in pieno il voto. È una grande stagione dopo anni di buio, concretizzata ancor di più nella corsa rosa. Dall’abisso degli anni passati alla rinascita: sono serviti degli anni, ma ora sembrano tornati, anche cambiando obiettivi. Da essere uno dei migliori team per la classifica generale, a essere una delle migliori squadre per le tappe da fuga: un cambiamento difficile ma necessario, anche perché il ciclismo è cambiato velocemente. Rimasti indietro, era l’unica soluzione: pragmatici, realisti, hanno scelto il Tao giusto, il percorso corretto dopo aver sbagliato la scelta per anni. Un cambio di paradigma: da tentare rigidamente di mantenere la propria natura a una trasformazione, forse proprio come dicono i maggiori saggi cinesi: “Nulla deve essere creato dal nulla, ma tutto incessantemente si trasforma.”
 _______________________________________
 
🇺🇸 EF Education-Easypost – 8
Tutto stava andando più che bene, tutto era meglio quasi dei piani, e invece, nella tappa decisiva, esagerano. Provano il tutto per tutto, sbagliando probabilmente ogni calcolo. Ma si deve partire con i lati positivi, che ci sono sicuramente. Era difficile aspettarsi due vittorie, e loro le ottengono: una con Asgreen e una con Carapaz. Rimangono in lotta fino alla fine per la vittoria finale. Non hanno sicuramente uno dei migliori team e fanno quasi il massimo. Nella tappa del Sestriere, stranamente, la locomotiva calcolante Carapaz sbaglia insieme al team: prima lasciano in fuga Van Aert con più di 10 minuti, poi provano il tutto per tutto fin da subito. Rischia, si brucia col fuoco; non rimane bruciato del tutto, ma rimane abbrustolito, e si deve accontentare di un terzo posto al Giro.
Quindi un Giro buono, con picchi sorprendenti, ma che lascia leggermente l’amaro in bocca. Stavano realizzando l’opera perfetta, ma rimangono bloccati: una Sagrada Família da ammirare anche se non finita.
________________________________________
 
🇳🇱 Team Picnic PostNL – 7
Alla vigilia, l’obiettivo era probabilmente una vittoria di tappa e una buona classifica generale con Bardet. Il primo obiettivo è stato realizzato quasi subito da Van Uden, con una volata regale gestita perfettamente dalla squadra. Il secondo obiettivo è saltato anche per una caduta. Il corridore francese cerca il riscatto, ottenendo dei piazzamenti e andando vicino alla vittoria nella tappa di Bormio.
Alla fine, per la classifica generale, ci pensa Poole, che arriva undicesimo.Quindi un discreto Giro con un picco altissimo e un picco basso, per poi mantenersi costante. Rappresentabile con una lunga montagna, poco dopo con una breve discesa e poi con un lungo fondovalle. Ma quello che conta è che in cima alla vetta ci si è arrivati.
________________________________________
 
🇦🇺 Team Jayco-Alula – 7
Forse hanno capito su cosa devono puntare, ossia le tappe: e ne vincono due. Tanto basta per dire che per il team australiano è un discreto Giro. Se punti sulle tappe, devi arrivarci vicino e soprattutto vincerne almeno una. Loro riescono, alla fine, a trionfare in ben due occasioni diverse: prima con Plapp, che poi deve abbandonare la corsa per problemi di salute, e una con Harper.
Quest’ultimo è stato veramente deludente, visto che doveva persino provare a fare la classifica generale. La delusione per il corridore australiano è totale fino alla penultima tappa, e poi — nel ciclismo come in tutto — basta anche un singolo momento, poche ore, per cambiare il giudizio, il corso degli eventi. Leggera delusione per Zana, che prova a vincere tappe ma ci si avvicina solo nella tappa di casa, ad Asiago.Quindi si può dire che sono sulla strada giusta, la via da mantenere in questo ciclismo, puntando agli obiettivi fattibili e rimanendo pragmatici. Forse non arrivando all’estremo come vuole David Armstrong nel teorizzare una mente materialistica.
________________________________________
 
🇧🇪 Alpecin-Deceuninck – 6,5
Il team è dedito solo alla causa di Groves. Il corridore australiano non è sicuramente il più forte velocista al via e porta a casa l’obiettivo minimo: la vittoria di tappa. Per il resto ottiene svariati piazzamenti, ben quattro nei primi cinque. A parte Groves, l’unico che ottiene risultati personali è Planckaert, terzo in una tappa. Quindi hanno puntato su un cavallo, sono stati Groves-centrici e portano a casa il loro obiettivo. Di solito superano le aspettative, in questo caso le mantengono. Quanto basta per finire tra i top. Non sono stellari, ma sono protagonisti. In questo caso si può dire che sono stati lineari — non come il tempo in Belgio — il loro Giro come una giornata con alcune nuvole ma con il sole.
________________________________________
 
🇫🇷 Decathlon AG2R La Mondiale Team – 6,5
L’indecisione è stata forte, ma alla fine finiscono qui perché Prodhomme salva la spedizione, la redime. Il corridore francese si è scoperto vincente solo al Tour of the Alps, e qui al Giro vince una tappa con coraggio, tenacia e mostrando una condizione mai avuta prima. Lui si merita veramente quasi il massimo dei voti: è il Pétain della Prima Guerra Mondiale, si scopre eroe all’improvviso — basta che rimanga l’eroe e non finisca come il sopracitato. Per quanto riguarda gli altri corridori: ci sono stati anche svariati piazzamenti tra i primi dieci, ottenuti da Vendrame (che però è deludente: viste le aspettative, sembra la copia sbiadita del corridore solito), De Bondt (che si è visto di più quando perdeva ogni volata nei traguardi volanti contro Pedersen), Godon (che fa il suo).
Infine, lasciato per ultimo, Sam Bennett, che lascia la corsa rosa con un misero piazzamento: il suo ricordo rimarranno le sue dichiarazioni abbastanza tracotanti. Lui è il Nivelle della compagine francese.
 
Poi, tocca alle squadre che possono essere considerate in una situazione intermedia, che ho denominato limbo, tra il paradiso e l’inferno. Una posizione in bilico, sia per alcune più vicina al paradiso, sia per altre più verso l’abisso.
________________________________________
 
🇬🇧 Ineos Grenadiers – 6+
Si sono giocati il posto fino all’ultimo con la Decathlon, ma finiscono qui per la loro storia e per alcune aspettative non concretizzate. Partendo dai lati positivi, bisogna segnalare la prima settimana quasi senza pecche, con la vittoria a cronometro di Tarling e Bernal nel vivo di un grande giro come non accadeva da troppo tempo. Poi, con il passare del tempo, sfioriscono, appassiscono con il trascorrere dei giorni: Bernal resiste con fatica e chiude nei dieci, Arensman crolla come neve al sole. Da segnalare anche che vanno vicino alla vittoria sia nuovamente con Tarling, sia con Turner e con Bernal. Per quanto riguarda il team britannico, si può parlare di una famiglia nobile che si mantiene, ma che non è più ai fasti del tempo passato: da Lorenzo il Magnifico ai Medici successivi.
La prima settimana può essere rappresentata dal quadro di Constable Salisbury Cathedral, la seconda è in tinta neutra, e poi finiscono per essere più rappresentati da qualsiasi quadro di tenore espressionista di Frank Auerbach.
________________________________________
 
🇮🇹 VF Group Bardiani-CSF-Faizanè – 6+
Otto piazzamenti nei primi dieci giustificano il loro voto. Forse è il team con meno talento, ma è sicuramente quello con più cuore: dove non riescono con il talento, lo compensano con tutto il resto. Non entrano nei top perché manca il podio parziale di tappa. Per il resto, fanno quello che devono fare – o forse leggermente di più. Rispettano le aspettative. Meritano di poter partecipare, nel loro piccolo, anche al prossimo Giro. Si potrebbe attualizzare Marco Aurelio dicendo che fanno ciò che la loro natura permette e lo fanno al massimo.
________________________________________
 
🇮🇱 Israel Premier Tech – 6+
Manca la vittoria di tappa, ma per il resto ottengono forse anche di più di quanto ci si potesse aspettare. Alla vittoria ci vanno vicini con il secondo posto in volata di Corbin Strong, Frigo si mette in evidenza e ottiene anche un piazzamento, ma sulla scena entra Derek Gee, che cresce lungo il percorso del Giro: solido, sempre lì, mai tra i primi tre, tuttavia mai in crisi. Chiude quarto in classifica generale, è invalicabile, è la muraglia canadese, il nuovo vallo di Derek. In Canada non ci sono cose affini, ma ora probabilmente – se non una muraglia – si deve costruire una piccola statua a questo corridore, quasi uscito dal nulla tre anni fa e ora veramente uno dei più forti.
________________________________________
 
🇮🇹 Team Polti-Kometa – 6
Cinque piazzamenti nei dieci, compreso il secondo posto di Maestri, sono sicuramente ciò che serve per essere sufficienti. Ma per quanto riguarda il secondo team italiano al via, le aspettative erano più alte, specialmente per quanto riguarda Piganzoli, che in questo Giro non mostra i miglioramenti auspicabili. Per quest’ultimo, il giudizio è rimandato al prossimo futuro: le qualità le ha, ma forse ha ancora bisogno di crescere, frutta acerba che deve ancora maturare. Tutto ha bisogno di tempo e, come dice Seneca, non abbiamo poco tempo, ma ne perdiamo molto. In questo caso, credo che non sia tempo sprecato: è un Giro utile alla formazione. Per concludere, merita la menzione finale Maestri, che in ogni Giro, in una tappa, è sempre protagonista – e anche questa volta non si smentisce. È lui, forse, l’emblema del corridore da professional.
________________________________________
 
🇨🇭 Tudor Pro Cycling Team – 6
Con Zijlaard e Stork ci vanno vicini, ma non riescono a ottenere il successo che avrebbe tolto quel mesto zero nella casella delle vittorie al Giro. Per essere una professional fanno forse una corsa più che sufficiente. Pesa sulla valutazione al ribasso la prestazione di Storer, che arriva per il secondo anno consecutivo decimo nella corsa rosa, ma a questo Giro partiva con aspettative forse troppo alte dopo il dominio al Tour of the Alps. Al momento, per l’australiano sembra sia meglio puntare alle tappe che arrancare per la decima posizione. Ma questo è un giudizio parziale: sarà il tempo a valutare se può ottenere di più o se è meglio tornare alle vecchie abitudini che hanno portato anche svariate gioie. Situazione traballante fra due estremi che bisogna scegliere prima o poi: tra la vita estetica e la vita etica. Metafora che rappresenta il colpo di genio dell’uomo da fuga vittoriosa e, dall’altra parte, il lavoratore resistente che deve lottare e arrancare per perdere meno tempo possibile ogni giorno.
________________________________________
 
🇦🇪 UAE Team Emirates – 6
Forse il voto è troppo ingeneroso, ma per un team così forte non è accettabile la tattica adottata. Come sempre, bisogna partire dal positivo: in questo caso due vittorie di tappa, una con Ayuso e una con Del Toro, la maglia bianca e il secondo posto conquistato proprio da Del Toro, oltre a una top 10 con McNulty. I risultati elencati, per qualsiasi altro team, varrebbero un voto altissimo, ma per una corazzata come la loro non possono bastare per entrare nei top, soprattutto anche per quello che è accaduto nel Giro. È necessario valutare prima di tutto la scelta tattica di non scegliere subito il proprio leader e di aspettare che sia la strada a decidere per loro. Forse, con il senno di poi, è stato un errore – vedasi la tappa del Monte Grappa, dove Simon Yates era rimasto indietro. L’unione non è stata il loro forte. Ma soprattutto nella tappa del Colle delle Finestre lasciano in una fuga numerosa Van Aert, che era molto prevedibile avrebbe poi aspettato Simon Yates: sottovalutano probabilmente il corridore britannico. Di conseguenza, si può dire che hanno mostrato tracotanza, arroganza non ancora giustificata. Crollano come un grattacielo famoso – poco distante dalla loro nazione di appartenenza – il Plasco Building di Teheran, sotto il fuoco della Visma. La domanda sullo sfondo è: impareranno la lezione? Capiranno che non sempre i più forti ciclisticamente vincono?
________________________________________
 
🇩🇪 Red Bull–Bora Hansgrohe – 6
L’altro super team alla partenza finisce nel limbo di questo Giro d’Italia, e si salva dall’inferno solo perché nella terza settimana riesce a vincere una tappa e a finire sesto con un grande Pellizzari.
In questo caso bisogna iniziare dalle note negative, che riguardano prima di tutto Daniel Felipe Martínez, che sembra venuto al Giro per allenarsi semplicemente. Forse era meglio rimanere a casa, a quel punto? La sfortuna poi ha sicuramente colpito il colosso tedesco: il primo a finire nella rete è stato Hindley, costretto al ritiro; il secondo è stato Roglič, ma su quest’ultimo pesa anche una caduta del tutto evitabile in ricognizione. Il corridore sloveno lascia poi la corsa durante la sedicesima tappa, un ritiro mesto, che però lascia spazio al riscatto del team. Pellizzari si dimostra uno dei più forti scalatori presenti al Giro e migliora già le buone prestazioni dell’anno scorso. Prima si sacrifica veramente per Roglič, poi dimostra che può fare classifica chiudendo sesto. E poi c’è Denz, che al Giro si trasforma sempre: poco vincente in carriera, riesce sempre a fare benissimo nella corsa rosa. Liberato dai vincoli della squadra, va in fuga nell’unica tappa possibile e riesce, con testa e gambe, a vincere la sua terza tappa in totale al Giro. Si può dire che, vista la rosa, ci si poteva aspettare molto di più, ma per come stava andando riescono a fare il massimo, evitando la Caporetto e salvando la faccia, resistendo in modo glorioso, uscendo dalla selva vivi.
 
Infine, è il momento delle squadre che possono essere considerate le delusioni, per svariati motivi, del Giro d’Italia 2025.
 
📉 Flop:
 
🇫🇷 Arkea B&B Hotels – 5,5
Il voto sarebbe stato ancora più severo se non fosse arrivato il secondo posto di Verre nella ventesima tappa. Partecipano ma corrono quasi come un team professional, quasi come se fosse un posto sprecato. Mozzato è sicuramente la vera delusione, Verre e pochi altri ci mettono davvero impegno. Forse è il momento di ripensare alle regole UCI? Per quanto riguarda loro, sembrano esserci solo per dovere, costretti dai regolamenti: magari preferirebbero concentrarsi unicamente sul Tour de France. Essere un team World Tour a volte sembra una gabbia dorata. Qualcuno direbbe che l’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene.
________________________________________
 
🇧🇭 Bahrain-Victorious – 5,5
Non è un Giro completamente disastroso, visto il quinto posto di Damiano Caruso. Il corridore siciliano salva la baracca e sorprende sempre di più: con gli anni sembra andare sempre più forte. Emblema del progresso costante e della tenacia, è l’uomo normale che riesce a stare con i più talentuosi, spremendo tutto ciò che ha, e ogni anno sembra avere ancora di più. Per il resto, è un Giro tra lo sfortunato e il deludente: Bilbao è lontano dalle sue migliori performance, Tiberi è rimandato al prossimo grande giro, anche a causa della caduta che ne ha condizionato il rendimento. È giovane e avrà altre possibilità, basta che segua l’esempio di Caruso. Rimangono a secco, ma il Giro lascia aperte porte al riscatto futuro: non è l’alto mare, ma, per parafrasare Dante, siamo in presenza di una possibile veduta di due angeli con vesti verdi pronti a portare speranza.
________________________________________
 
🇫🇷 Cofidis – 5,5
Più o meno il discorso è simile a quello dell’Arkea. Loro forse ci provano di più, andando in fuga con diversi uomini, e indossano anche nei primi giorni la maglia blu con Moniquet. Tuttavia, ciò che rimane è solo il secondo posto di Fretin nella sesta tappa. Dopo il ritiro del velocista belga, le speranze si spengono: attraversano la porta lasciando dietro ogni possibilità. Entrano nella città dolente, senza più redenzione per quanto riguarda la corsa rosa.
________________________________________
 
🇪🇸 Movistar Team – 5,5
La nobile del ciclismo anni ’10 continua il suo lento declino. Non affonda del tutto, ma rimane a stento a galla: è un iceberg quasi completamente sommerso, non ancora l’Atlantide, ma vicino. Aular inizia bene con due podi parziali, poi si eclissa. Rubio ripete ciò che ha fatto lo scorso anno, senza acuti. Simile al discorso fatto per Storer. I simboli del team sono Quintana e Formolo: due ciclisti ormai appartenenti a un passato glorioso ma superato. La Movistar ora è a un bivio: affondare lentamente o rivoluzionare tutto, con i rischi che ne conseguono.
________________________________________
 
🇧🇪 Soudal Quick-Step – 5,5
Giro difficile da valutare, considerando il ritiro precoce del leader. Non c’è un solo corridore che non abbia avuto problemi, ma cinque diversi atleti riescono comunque a entrare nei dieci in singole tappe. Questo denota una presenza tenace, il tentativo di reinventarsi. A differenza della Movistar, una scelta l’hanno fatta — forse più per necessità che per volontà — e questo potrebbe condurre alla fine della squadra così come l’abbiamo conosciuta: una ex corazzata belga, capace di vincere oltre trenta tappe nella storia del Giro.
________________________________________
 
🇨🇭 Q36.5 Pro Cycling Team – 5,5
Per un team professional non è stato nemmeno un Giro del tutto insufficiente, ma pesa il fatto che siano stati invitati con un posto extra per Pidcock, che ha deluso ogni aspettativa. Forse non ha ancora capito cosa vuole fare da grande, oscillando tra troppa autostima e troppa non coscienza. di sé. Dotato di grande classe, sparisce lentamente, ottenendo solo un terzo posto. Pidcock è l’umano caparbio, talentuoso ma umano troppo umano per potersi decifrare. Discreto invece il Giro di Moschetti, con diversi piazzamenti e una quasi-ciliegina nella volata di Roma. Da segnalare anche un piazzamento nei dieci di Azparren.
________________________________________
🇫🇷 Groupama-FDJ – 5
L’unica luce in un mare di nebbia è Rochas, che ottiene due piazzamenti nei primi cinque. Per il resto, per una squadra storica come la Groupama, è notte fonda. Gaudu, spesso nel gruppetto, è il simbolo di questo team: più delusione che gioia, più invisibilità che protagonismo. Forse è meglio la delusione dell’indifferenza. Come diceva Einstein, “la questione importante è di non smettere mai di interrogarsi”. Ecco: loro, probabilmente, ancora non lo hanno fatto.
________________________________________
 
🇧🇪Intermarché-Wanty – 5
Il loro Giro d’Italia potrebbe finire già alla prima tappa, perché per il resto c’è ben poco da segnalare. Il punto più alto è il quarto posto di Busatto, con relativa maglia bianca indossata. Si mostrano nelle fughe come se fossero ancora un team professional, ma per il resto, nulla. La scelta nella tappa di Nova Gorica, di far rientrare Meintjes perché non credevano nella fuga, rappresenta in pieno il loro spirito al Giro. Seneca avrebbe sentenziato: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma perché non osiamo che sono difficili.”
 
 
📸 LaPresse

Cristian Bortoli