Sabato 5 luglio, da Lilla in Francia, prenderà il via la 112º edizione del Tour de france. Gli organizzatori hanno progettato un percorso molto impegnativo con 3338,8 chilometri totali, 52.500 metri di dislivello e quasi 41 chilometri di cronometro individuale.
STORIA
L’inizio della storia del Tour de France risale al 1903, quando 60 corridori si misero in marcia da Montgeron per affrontare un percorso articolato in sei tappe e lungo complessivamente 471 chilometri. Solo 21 riuscirono a portare a termine quella prima, durissima edizione, vinta dal francese Maurice Garin, che si aggiudicò un premio in denaro pari a 6.075 franchi. Sette anni più tardi, nel 1910, il Tour raggiunse per la prima volta i Pirenei, affrontando la conosciuta salita del Col du Tourmalet. Il 1919 segnò invece l’introduzione dell’iconica maglia gialla, destinata a diventare l’emblema del leader della classifica generale: fu Eugène Christophe il primo a indossarla, dando vita a una tradizione che dura da oltre un secolo. Per il ciclismo italiano, un’edizione storica è la numero 18: nel 1924, infatti, Ottavio Bottecchia diventò il primo italiano a indossare la maglia gialla e anche il primo a vincere il Tour de France. Il corridore veneto dominò la corsa, vincendo quattro tappe e indossando la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa. Il 1930 fu un anno cruciale per la corsa francese: vennero introdotte le squadre nazionali in sostituzione di quelle di marca, mentre la vittoria finale andò ad André Leducq. In quell’edizione, Charles Pélissier si impose in ben otto tappe, e per la prima volta il Tour si disputò su 21 frazioni, anche se il formato standardizzato attuale fu introdotto solamente nel 1999. Sempre nel 1930 nacque anche la celebre carovana pubblicitaria, oggi parte integrante dello spettacolo del Tour. Bisognerà attendere il 1952 per assistere al primo vero arrivo in quota, grazie all’intuizione di Jacques Goddet, allora direttore della corsa, che introdusse gli arrivi in vetta. Quell’anno, Fausto Coppi conquistò tappe leggendarie al Col d’Aubisque, al Galibier e all’Alpe d’Huez, cambiando per sempre il modo di interpretare le frazioni di montagna. Qualche anno più tardi nel 1964, il francese Jacques Anquetil entrò nella leggenda diventando il primo ciclista a vincere cinque volte il Tour, dopo un’edizione tra le più combattute di sempre. Un altro momento memorabile arrivò nel 1989, quando Greg LeMond conquistò la maglia gialla con il distacco più ridotto nella storia della corsa: appena 8 secondi, al termine di un’epica battaglia contro Laurent Fignon. Per quanto riguarda il nuovo millennio il Tour de France ha celebrato i suoi primi 100 anni di storia nel 2003, rendendo omaggio a un secolo di imprese, campioni; eventi speciali e commemorazioni segnarono l’anniversario, sottolineando il fascino intramontabile della corsa. Anche se la centesima edizione del Tour si è disputata nel 2013, ciò è dovuto alle interruzioni causate dalle due guerre mondiali, durante le quali la corsa non si svolse. L’anno successivo, nel 2014, Vincenzo Nibali ha riportato l’Italia sul gradino più alto del podio, diventando l’ultimo italiano ad oggi a vincere il Tour de France. Nibali è inoltre uno dei soli sette corridori nella storia ad aver conquistato almeno una volta tutti e tre i grandi giri: Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a España. Infine, nel 2020, Tadej Pogačar ha vinto il Tour de France diventando il più giovane vincitore dell’era moderna. Il primato assoluto resta però a Henri Cornet, che nel 1904 vinse la corsa a soli 19 anni, restando il più giovane trionfatore nella storia della Grande Boucle. Per quanto riguarda le ultime edizioni, stiamo assistendo a uno storico duello tra il danese Jonas Vingegaard e lo sloveno Tadej Pogačar, protagonisti assoluti delle recenti battaglie sulle strade gialle. Un confronto che ha già segnato mezzo decennio e che promette di rinnovarsi anche in questa edizione. Al momento, è lo sloveno a condurre nel bilancio complessivo con tre successi finali, contro i due del campione danese.
PERCORSO
La prima peculiarità del percorso di quest’anno è senza dubbio la prima settimana: nelle prime dieci tappe non sono previste grandi insidie di quota, circostanza che potrebbe favorire qualche outsider nel vestire la prima maglia gialla. Il percorso sarà suddiviso in: due cronometri, sette tappe pianeggianti, sette tappe collinari di cui alcune piuttosto movimentate e 5 arrivi in alta montagna. La prima tappa, ambita da molti per conquistare la prima maglia gialla, è sicuramente una grande occasione per le ruote veloci, frazione complessivamente pianeggiante lunga quasi 185 chilometri. Il giorno seguente si visionerà una tappa lunga 209 chilometri, con un percorso molto ondulato composto da oltre 2100 metri di dislivello. Nella terza frazione, dopo 178 km, il gruppo raggiungerà Dunkerque con una frazione che dovrebbe risolversi nuovamente in volata. Il coefficiente di difficoltà tornerà leggermente a salire nella quarta tappa, che prevede un finale movimentato, con quattro salite negli ultimi 28 chilometri: Côte de Belbeuf (1,3 km al 9,3%), Côte de Bonsecours (900 m al 7,2%), Côte de Grand’Mare (1,8 km al 5%) e infine la Rampe Saint-Hillaire (900 m al 10,6%). Seguirà una cronometro di 33 km, terreno ideale per gli specialisti, e che penalizzerà nettamente i meno efficaci a cronometro. La sesta tappa misura 201 km e presenta un percorso tutt’altro che semplice, con salite come La Rançonnière (2,3 km al 7,5%), Côte de la Batonnière (4,1 km al 4,2%), Côte de la Tertre Bizet (3,9 km al 3,6%), Côte de Mortain (2,5 km al 6,1%), Côte de Juvigny-le-Tertre (1,9 km al 7,3%) e Côte de Saint-Michel-de-Montjoie (4,4 km al 3,6%). Inoltre da segnalare gli ultimi 700 metri che supereranno il 10%. Anche il settimo giorno sarà esplosivo: 196 km da Saint-Malo a Mûr-de-Bretagne, con quest’ultimo che sarà presumibilmente decisivo con i suoi 2000 metri al 6,9%. L’ottava e la nona tappa misurano rispettivamente 171 e 174 km e rappresentano sulla carta due occasioni per le ruote veloci del gruppo. Nessun consueto giorno di riposo al lunedì per i corridori: quest’anno il riposo slitterà al martedì, per via della festa nazionale francese del 14 luglio. Per celebrare la ricorrenza, è in programma una tappa particolarmente impegnativa: 163 chilometri con oltre 4300 metri di dislivello. Il percorso prevede ben sette salite, tra cui spiccano la Côte de Berzet (3,4 km al 7,4%), il Col de la Croix Saint-Robert (5,1 km al 6,3%) e, soprattutto, l’ascesa finale al Puy de Sancy (3,3 km all’8%), che potrebbe mettere in seria difficoltà alcuni uomini di classifica. Dopo il giorno di riposo del martedì, il gruppo ripartirà da Tolosa per affrontare una tappa di 157 chilometri. Il percorso, disegnato interamente nei dintorni della città, sembra favorire gli uomini veloci, ma presenta comunque alcune insidie. La più significativa è il Montée Pech David, uno strappo di 900 metri con pendenze al 9,1%, posto a soli 9 chilometri dal traguardo: potrebbe essere un trampolino per alcuni tentativi finali. Come preannunciato, le tappe di alta montagna si sono fatte attendere, ma la 12º frazione segnerà finalmente il primo vero arrivo in salita. I corridori affronteranno un percorso di 181 chilometri con tre asperità significative: il Col du Soulor (11,8 km al 7,7%), il Col des Bordères (3,1 km al 7,6%) e l’ascesa finale verso Hautacam (13,6 km al 7,8%), una delle salite simbolo dei Pirenei, capace di fare selezione e mettere in crisi anche gli uomini di classifica. Il giorno successivo si proseguirà con una cronoscalata di 10,93 km da Loudenvielle a Peyragudes. Dopo un avvio pianeggiante, si affronterà una dura salita finale di 8 km con una pendenza media del 7,8% e picchi ben oltre la doppia cifra: tappa breve ma potenzialmente letale, che promette distacchi importanti tra i big. Gli organizzatori non hanno alcuna intenzione di far respirare il gruppo: la 14º tappa, ancora immersa nei Pirenei, misura 183 km e porterà alla scalata nell’ordine: del leggendario Col du Tourmalet (18,9 km al 7,4%), il Col d’Aspin (5 km al 7,4%), il Col de Peyresourde (7,1 km all’8,1%) e, per concludere, l’arrivo in quota a Luchon-Superbagnères (12,6 km al 7,4%), che torna a ospitare un traguardo del Tour dopo anni di assenza. Più tranquilla sulla carta la 15º tappa, 169 chilometri caratterizzati da salite meno impegnative, ideale terreno per i cacciatori di tappa. Dopo il secondo giorno di riposo, la corsa ripartirà subito in salita. La 16º tappa prevede la partenza da Montpellier e un lungo avvicinamento pianeggiante di 141 chilometri, prima di affrontare uno dei mostri sacri del ciclismo: il Mont Ventoux. L’ascesa finale misura 19,5 km con una pendenza media del 7,9%, finale durissimo che potrebbe rimescolare le sorti della classifica generale. Il coefficiente di difficoltà torna a scendere, con una frazione tortuosa ma adatta agli sprinter rimasti in gara. Mentre la 18º tappa viene già definita da molti come la regina di questa edizione. Il percorso prevede il passaggio sul Col du Glandon (21,7 km al 5,2%), il Col de la Madeleine (19,1 km al 7,9%) e infine l’arrivo in vetta al Col de la Loze, una durissima scalata di 26,3 km al 6,5%. Neanche il giorno seguente si potrà abbassare la guardia: la 19º tratta propone 130 km brevi ma ricchi di asperità. In sequenza: Col des Saisies (13,8 km al 6,4%), Col du Pré (12,5 km al 7,8%), Cormet de Roselend (6 km al 6,4%) e, dopo 31 chilometri di strada in negativo, la scalata conclusiva verso La Plagne (19,3 km al 7,2%). Un altro possibile palcoscenico di cambiamenti in ottica classifica generale. Nella penultima frazione, da Nantua a Pontarlier (185 km), è attesa ancora battaglia, con un terreno addato anche ai fuggitivi. Dopo appena 12 km si sale già sul Col de la Croix de la Serra (11,8 km al 4,2%), seguito dalla Côte de Valfin (5,6 km al 4,3%). Dopo metà percorso, la Côte de Thiesy (3,7 km all’8,8%) potrà accendere la miccia, mentre nel finale due rampe non catalogate potrebbero offrire l’ultimo trampolino per qualche temerario. Ed eccoci all’ultimo ballo di questa edizione, dopo un anno di assenza dovuto ai Giochi Olimpici, il Tour de France tornerà a concludersi a Parigi. Prima dell’iconico arrivo sui Champs-Élysées, i corridori affronteranno per tre volte la Côte de la Butte Montmartre, un chilometro di pavé al 4,8% che, pur breve, potrà infastidire i meno affini al ciottolato. L’ultimo passaggio è posizionata a 6 chilometri dal traguardo, dove potremmo tirare le somme conclusive di questa spettacolare edizione.
STARTLIST E FAVORITI
Uno sguardo alla startlist del Tour de France di quest’anno. Tra i protagonisti più attesi spicca lo sloveno Tadej Pogačar, già vincitore di tre edizioni, che la UAE Team Emirates affiancherà con João Almeida e Adam Yates. Grande attesa, ovviamente, anche per il danese Jonas Vingegaard, che potrà contare sul pieno supporto della Visma Lease a Bike, con Wout van Aert, Matteo Jorgenson, Simon Yates e Sepp Kuss al fianco del capitano. La Soudal Quick-Step si affiderà a Remco Evenepoel, deciso a puntare al podio e grande favorito per la maglia bianca; il Wolfpack sarà protagonista anche in ottica maglia verde con il belga Tim Merlier. Felix Gall sarà il leader della Decathlon AG2R, dopo il 4° posto al Tour de Suisse. Nessuna carta di classifica generale per l’Alpecin-Deceuninck, che andrà a caccia di tappe con: Mathieu Van der Poel, Jasper Philipsen e Kaden Groves. La Ineos Grenadiers ha rivelato la sua armata capitanata da Carlos Rodríguez, con Thymen Arensman e Filippo Ganna, soprattutto per le cronometro. Nella Lidl Trek, Mattias Skjelmose potrebbe curare le ambizioni di classifica, anche se il nome più atteso resta quello di Jonathan Milan, pronto a inseguire la maglia verde. La Red Bull Bora Hansgrohe farà affidamento su Primož Roglič, Florian Lipowitz e Aleksandr Vlasov, ma potrà contare anche su Jordi Meeus per le volate, di recente vincitore della Copenhagen Sprint. Tra gli italiani da seguire troviamo Alberto Dainese, a caccia del suo primo successo al Tour de France; insieme a lui la Tudor schiererà Michael Storer, Marc Hirschi, Matteo Trentin e Julian Alaphilippe. Per il Team Jayco AlUla, Ben O’Connor potrebbe tornare a far bene dopo il deludente 17° posto del 2023; sarà presente anche Dylan Groenewegen per gli sprint. La Movistar si affida all’esperienza del trentenne Enric Mas, supportato da Einar Rubio e Iván García Cortina per le volate. La Bahrain Victorious punterà su Santiago Buitrago e Lenny Martinez, con Phil Bauhaus designato per le tappe pianeggianti. Alla Intermarché-Wanty, i riflettori saranno rivolti all’eritreo Biniam Girmay e al giovane Louis Barré, all’esordio al Tour. Oscar Onley, Pavel Bittner e Tobias Lund Andersen sono i grandi nomi del Team PostNL. La Cofidis affida le sue chance allo spagnolo Álex Aranburu e al francese Bryan Coquard per le frazioni più veloci. La Lotto-Dstny schiera come punte i due giovani Lennert Van Eetvelt e Arnaud De Lie. Infine, l’Arkéa-B&B Hotels si affida a Arnaud Démare, Kévin Vauquelin e Cristian Rodríguez. A caccia di tappe varie formazioni, tra cui la TotalEnergies con Émilien Jeannière, la Uno-X con Tobias Johannessen e Magnus Cort, la Groupama-FDJ con Guillaume Martin, Romain Grégoire e Paul Penhoët, la EF Education con Ben Healy, Neilson Powless e Marijn van den Berg. Infine, chiudono la startlist Israel e Astana, rispettivamente con Michael Woods, Pascal Ackermann, Jake Stewart per gli israeliani, e Simone Velasco, Clément Champoussin, Harold Tejada per i kazaki.
FAVORITI MAGLIA GIALLA
☆☆☆☆☆ Tadej Pogačar
☆☆☆☆ Jonas Vingegaard, Remco Evenepoel
☆☆☆ Carlos Rodríguez, Florian Lipowitz, Primož Roglič
☆☆ João Almeida, Mattias Skjelmose, Felix Gall, Matteo Jorgenson
☆ Enric Mas, Santiago Buitrago, Ben O’Connor, Lenny Martinez, Sepp Kuss
𝐎𝐮𝐭𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫: Lennert Van Eetvelt, Oscar Onley
𝐒𝐨𝐭𝐭𝐨𝐭𝐨𝐧𝐨: Primož Roglič, Enric Mas
FAVORITI MAGLIA VERDE
☆☆☆☆☆ Jonathan Milan
☆☆☆☆ Jasper Philipsen, Wout Van Aert
☆☆☆ Tim Merlier, Mathieu Van der Poel, Tadej Pogačar
☆☆ Biniam Girmay, Jordi Meeus, Dylan Groenewegen, Álex Aranburu
☆ Arnaud Démare, Phil Bauhaus, Arnaud De Lie, Bryan Coquard, Émilien Jeannière
FAVORITI MAGLIA BIANCA
☆☆☆ Remco Evenepoel
☆☆ Carlos Rodríguez, Florian Lipowitz
☆ Mattias Skjelmose, Lenny Martinez, Lennert Van Eetvelt
FAVORITI MAGLIA KOM
☆☆☆ Tadej Pogačar
☆☆ Jonas Vingegaard, Lenny Martinez
☆ Michael Storer, Clément Champoussin, Julian Alaphilippe
FAVORITI CLASSIFICA A SQUADRE
☆☆☆ UAE Team Emirates
☆☆ Red Bull Bora, Visma Lease a Bike
☆ Ineos Grenadiers, Bahrain Victorius, Movistar
✍🏻Iacopo Salvatori